giovedì 25 ottobre 2012

Calcio e famiglia,gli amori del Depa.Il capitano si racconta ai tifosi sul blog.


A piccoli passi il Viggiano si avvicina alla trasferta di Picerno,squadra temibile quando gioca tra le mura amiche dove solo il Metapontino ha avuto la meglio vincendo a fatica alla prima giornata,poi  vittime della squadra allenata da Catalano sono state Tursi e Moliterno .Meno entusiasmante il ruolino di marcia in trasferta dove il Picerno su quattro partite ha rimediato altrettante sconfitte,l’ultima a Marconia per 3-1.Il Viggiano è reduce invece dallo 0-0 casalingo contro il Metapontino,con poche luci e molte ombre ma la squadra di Taglianetti è lontano dal Coviello che offre il meglio di sé.Cosi,si spera che a Picerno arrivi il terzo successo di fila dopo quelli di Atella e Pignola inframmezzati dalla vittoria  interna contro i Rossoblu Potenza che avevano rilanciato in classifica  l’undici valdagrino dopo un avvio a singhiozzo.Del Viggiano abbiamo parlato ieri sera con il capitano Maurizio De Pascale,con il quale inauguriamo oggi la stagione delle interviste sul blog della Polisportiva .Un professionista scivolato nei dilettanti del calcio lucano per scommessa come ci dirà e che grazie a questa nuova avventura sta vivendo una seconda giovinezza.Conosciamolo più da vicino questo capitano galantuomo,come lo avevano ribattezzato i tifosi del Siracusa,città che più di ogni altra lo  ha amato e con la quale il legame  affettivo è rimasto piuttosto forte.Nato ad Eboli il 2 aprile del 1978,Maurizio De Pascale inizia la carriera con il Nardò che lo “”svezza”calcisticamente parlando,poi Campobasso,Gubbio,Ivrea,Samdenedettese,Siracusa,Nocerina e Ebolitana.Otto  presenze in serie C1,232 in serie C2,105 in interregionale e 7 finora in eccellenza con il Viggiano grazie al quale ha ritrovato la serenità persa e la voglia di continuare a giocare a calcio.Poi sono arrivati Mattia e Gaia,i regali più belli che Simona potesse fargli,la spinta propulsiva per andare avanti e all'improvviso tutto è tornato a risplendere!

1)De Pascale e il Viggiano.Tutto è cominciato come e quando?

Il primo contatto  e' avvenuto quasi per  caso,per  gioco aggiungerei.Mi incontrai con l'amico  Ramon Taglianetti,con cui ho un legame di amicizia di tanti anni che va al di là del calcio,per complimentarmi con lui dopo che aveva  vinto l'ennesimo campionato da allenatore e parlando mi accenno' della sua prossima avventura a Viggiano.Mi illustrò il progetto ,mi parlò  della serietà della società e mi disse anche che il direttore sportivo si chiamava Sergio Caputo,altra persona con cui ho un amicizia forte da tanti anni.Decidemmo di incontrarci per una chiacchierata e fu così che più parlavano di Viggiano ed io più mi rendevo conto che per me poteva essere l'ennesima sfida da vincere.Poi mi incontrai con il presidente La Neve e in pochi minuti trovammo l'accordo su tutto.Venivo da un anno difficilissimo e cercavo una società seria in un posto tranquillo dove ritrovare la serenità persa.Ad oggi posso dire di aver fatto la scelta giusta...
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2)Il Viggiano cos'è stato per De Pascale,una nuova scommessa a 34 anni?

Dici bene,una nuova scommessa.Ho accettato il progetto Viggiano calandomi in una realtà nuova per me,in una categoria che non conoscevo,dimostrare a me stesso che sarei riuscito a starci dentro. La scommessa più grande che rimane è quella di vincere qui a Viggiano e  io di solito le scommesse le vinco.Staremo a vedere!

3)Da capitano a capitano,Ernesto Laneve ti chiede: quanto è stato difficile calarsi in una realtà molto diversa rispetto a quelle che avevi  vissuto in carriera?

Innanzitutto saluto Ernesto dal quale ho ereditato la fascia di capitano e mi dispiace che non sia stato possibile giocare insieme.Dunque,io  cercavo un posto tranquillo per  ritrovare la mia serenità e tornare a pensare al calcio giocato e non agli aspetti al di fuori del calcio per  risolvere i problemi che esistevano lo scorso anno.Posso pertanto affermare che  non è stato per  niente difficile accettare la proposta e  ovviamente non ho fatto fatica a calarmi in questa realtà.La speranza è quella di riuscire a raggiungere tutti insieme l'obiettivo prefissato inizialmente perché la società ha fatto  enormi sacrifici per allestire questa  squadra ed è' giusto che venga ricompensata con la vittoria del campionato.

4)Ovviamente però,non c’è stato solo il Viggiano a cercarti.Un giocatore come te ha molto mercato.

Alla fine della scorsa annata come ogni anno sono cominciate  ad arrivare le prime telefonate di  società interessate a me .Di offerte ne ho ricevute tante per fortuna,soprattutto di categoria superiore ma mettevo tutto in stand-by perché dentro di me cercavo una soluzione vicino casa innanzitutto e possibilmente in una realtà dove ritrovare la serenità e le motivazioni

5)Una delle virtù di De Pascale è l’umiltà.Del resto basta vedere dove hai giocato perchè questa salti subito fuori.

L'umilta credo sia una delle virtù più importanti di ognuno di noi,non solo nel calcio ma soprattutto nella vita.Io ho sempre giocato portando avanti questa dote ,poi puoi fare bene o male sta alle persone  deciderlo.L’importante e' essere consapevoli di aver dato tutto giorno per giorno,allenamento per allenamento,partita dopo partita e da questo punto di vista  credo di aver lasciato sempre un buon ricordo ovunque ho giocato.

6)Dopo due mesi,ci puoi dire se  il calcio lucano è meglio o peggio di come pensavi?

Il calcio e' uguale ovunque,in ogni regione o categoria.Ci si trova sempre una squadra di 11 giocatori contro 11 in un rettangolo verde.Qui in Basilicata ho notato meno tecnica e più agonismo,è che semmai da noi in Campania si trovano realtà dove si va a giocare in campi difficili soprattutto sotto l'aspetto delle tifoserie.

7)Dopo la partita con il Tolve cos’hai pensato?Che non era facile come pensavi?

Ad essere sincero non mi aspettavo un campionato così difficile,non per sminuirlo assolutamente,molta cattiveria agonistica,molta voglia di arrivare prima sulla palla,meno tecnica sicuramente ma compensata con tantissima fame  calcistica.Noi ci sentivamo fortissimi in quella partita,mentre nel calcio come spesso accade non vince sempre la squadra più forte sulla carta.Ci è servita da lezione quella sconfitta,brucia e brucerà ancora per  molto sicuramente ma ci ha fatto capire realmente quanto difficile fosse questo campionato.

8)Ritieni che in qualche modo sia stato proprio il Viggiano a lanciare in orbita il Tolve?

Stanno dimostrando il loro valore,non è facile vincere sette partite su sette ma il campionato e' lungo e i conti si faranno alla fine.Il nostro avvio non è stato dei migliori,anzi direi pessimo ma ci siamo guardati in faccia e abbiamo dimostrato poi in altre gare di che pasta siamo fatti.Siamo imbattuti dalla seconda giornata,con qualche pareggio di troppo ma non ho mai visto una squadra vincere un campionato vincendo tutte le partite.Certo,noi non possiamo fare passi falsi più,dobbiamo rincorrere e sperare che chi è davanti perda punti.Chi sta davanti sta sempre meglio di chi sta dietro.

9)Nove punti dalla prima in classifica dopo  sette giornate sono tanti o troppi per una squadra come la vostra?

Nove punti possono sembrare tanti così come possono essere recuperati in breve tempo.Noi sappiamo di non poter sbagliare più e perdere punti preziosi,sperando invece che chi ci precede ne perda qualcuno per strada.Quello che mi sento di dire e' che noi metteremo il massimo impegno in ogni partita per non sbagliare ma è ancora presto e i conti si fanno alla fine.Abbiamo tre possibilità per poter accedere ad un posto in serie D:se dovesse sfuggirci il campionato ci giocheremo la coppa Italia fino alla fine,e  se nemmeno questa basterà ci sarà la porta dei play off.

10)Faticate molto di più in casa che in trasferta,quanto incide il campo in terra battuta sul vostro rendimento?

Il fattore campo non è assolutamente da sottovalutare  per una squadra forte tecnicamente come la nostra.E’ una grande pecca giocarci su,ma come credo sia difficile per  noi lo è anche per gli avversari,ma ci si abitua e non deve diventare un alibi.E’  anche vero però  che quando troviamo campi con il suolo diverso dalla terra ci esprimiamo meglio sicuramente.

11)Una curiosità:da quanti anni non giocavi più su un campo in terra battuta?
Devo essere sincero,dai tempi della  scuola calcio,ma quando hai dentro la voglia di correre dietro un pallone,di vincere e  continuare ad amare  questo sport giocheresti anche sull' asfalto. Alla  fine stiamo parlando del mestiere più bello al mondo


12)Il pareggio contro il Metapontino ci poteva stare,magari ci si aspettava di più sul piano del gioco.

La partita con il Metapontino e' stata preparata come sempre bene nei minimi dettagli.Volevamo raccogliere i tre punti per rimetterci in carreggiata e dare un segnale della nostra presenza ma quando si incontrano due squadre forti come è successo domenica, e' normale che a fare la differenza siano gli episodi.Hanno avuto le loro occasioni come il Viggiano ha avuto le sue ma alla fine credo sia   venuto fuori il risultato più giusto.Unico rammarico e' l'aver regalato  un tempo all'avversario.

13)Giuseppe di Moliterno ti chiede:non credi che gli under abbiano poca personalità in campo?
 Qualche campionato nei dilettanti ho avuto la fortuna e il piacere di vincerlo e per farlo servono assolutamente gli under bravi ,anzi sono loro a dartene la possibilità.I nostri under non peccano di personalità,sono bravi ragazzi prima di tutto e poi sono validi giocatori.La personalità  si acquista con gli  anni  e adesso c’è bisogno che giochino perché maturino.Purtroppo la partenza non bellissima ha penalizzato anche loro e per dei ragazzi di 16-17 anni è un carico di responsabilità enorme

14)La difesa che era stata inizialmente il tallone d'achille,adesso è diventato come ci si aspettava il punto di forza di questa squadra.
Non prendiamo goal da quattro partite  e per  noi difensori dopo essere stati messi sotto accusa giustamente questo dato è importante.Ovviamente il merito e' di tutti,perché stiamo parlando di fase difensiva e  la facciamo tutti insieme non solo noi difensori.
15)Molti giocatori sognano di giocare insieme a te.Ce la farai ad accontentarli tutti?
 Sapere che ci sono tantissimi giocatori,direi molti amici che vorrebbero condividere un’ annata con me mi riempie di orgoglio.Vuol dire che sono stato bravo a farmi apprezzare anche come uomo e non solo come calciatore.Ho sudato sempre per la maglia che in quel momento indossavo e ho avuto il piacere e l'onore di indossare per diversi anni la fascia di capitano al braccio,segno di grande responsabilità per me.Accontentarli tutti?Non è facile però credo di continuare ancora per qualche anno perché  fisicamente mi sento bene ma molto dipenderà  soprattutto dalle motivazioni che in questo preciso momento sono molte.
16)Qualche volta però ti sarai chiesto cosa farai dopo aver appeso le scarpette al chiodo.Provo ad indovinare: allenare l’Ebolitana?
 Tra i miei sogni nel cassetto  c'era quello di  riuscire a ritagliarmi una carriera modesta,ma farlo con le mie forze,senza aiuti o cosiddetti sponsor che tanto sento nominare ultimamente.Avrei potuto fare sicuramente di meglio ma sono fiero di ciò che ne è stato della mia carriera.Allenare potrebbe rientrare nei miei sogni,ma farlo con i bambini.Insegnare loro tutto ciò che di bello ti regala questo mestiere,con la speranza che torni ad essere  come prima.
17) A proposito di bambini:Mattia e Gaia,il frutto dell’amore tra te e Simona.So che a loro devi molto e vuoi ringraziarli pubblicamente.
Se ancora oggi mi sento bene e continuo ancora a giocare a calcio dopo aver vissuto in prima persona come il calcio sia cambiato,aver visto le cose squallide che molti personaggi riescono a fare in questo mondo senza guardare in faccia a nessuno,beh lo devo solo a mia moglie Simona e ai miei figli Mattia e Gaia.Sono loro ad avermi  dato la forza necessaria per  continuare,ed è giusto ringraziarli perché  altrimenti,credimi,avrei smesso davvero.
18)Raccontaci di quella volta quando con l’Ivrea hai giocato contro la tua Juventus.
Quell'amichevole rimarrà per  sempre nei miei ricordi più belli.Lo stadio era pieno e   di fronte la squadra per  cui tifo,i miei idoli.E’ stata un’ emozione bellissima e indescrivibile nello stesso tempo.

                                                                                       Nicola Signoretti

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