mercoledì 29 dicembre 2010

Le ultime parole da presidente di Roberto Laneve!

Quelle pronunciate alla tradizionale cena natalizia di fine d’anno soltanto una settimana fa sono state le sue ultime parole da presidente.In quel momento nessuno avrebbe potuto immaginarlo e neanche minimamente sospettarlo ma d’altronde se lo avesse fatto avrebbe rovinato un clima di festa.A questo poi va aggiunta la riservatezza per la quale si è sempre distinto in questi dieci anni al timone della società,e nelle operazioni interne ,e nelle operazioni di mercato.Roberto Laneve dunque non è più il presidente della Polisportiva Viggiano e benché questo non gli impedirà di rimanere all’interno dello staff dirigenziale e di seguire la squadra,la notizia del capitano che abbandona la nave fa sempre un certo effetto.E’ lui stesso a confermarlo dopo una serie di voci circa le sue dimissioni che erano cominciate a circolare insistentemente ormai da qualche giorno.Soltanto la sera del 22 dicembre aveva detto:mi sento dire ad ognuno di voi che vi voglio veramente un gran bene guardandoli tutti uno ad uno negli occhi proprio come un padre parla con i propri figli.Perchè per un presidente i calciatori sono come dei figli ai quali non bisogna far mancare niente e forse mai come quest’anno Laneve ha fatto più di quello che poteva.La riconoscenza passa attraverso una felpa sulla quale campeggia la scritta Viggiano con i colori biancoblu e subito esibita con orgoglio da lui e dai suoi collaboratori .In dieci anni sono stati tanti quelli che hanno lavorato con Laneve,ma l’unico se vogliamo ad essergli rimasto sempre fedele è stato ed è Franco Nigro,una sorta di mentore del presidente,scherzosamente definito il “”sergente di ferro””.E poi Domenico Bonaduce,Cosimo Moscogiuri al quale Laneve ha già passato il testimone di presidente,Vincenzo Ierardi e Vincenzo D’Alessandri.Per ognuno alla fine di questa intervista c’è un pensiero,un aggettivo,una dedica speciale.Laneve può comunque uscire a testa alta  avendo portato il Viggiano dalla seconda categoria all’eccellenza riuscendo a costruire una società che un professionista come De Stefano ha definito modello.Si dice che c’è sempre un perché quando una storia inizia e mai un perché quando una storia finisce,ed allora chi meglio di lui avrebbe potuto spiegare i motivi di questo abbandono?Questo è quanto ci ha detto ,successivamente troverete alcune domande che avevamo preparato all’indomani della vittoria nel derby contro il Moliterno


Le mie dimissioni sono dettate da problematiche esclusivamente di carattere personale che niente hanno a che fare con la Polisportiva di cui resto dirigente e per la quale continuerò a mantenere fede agli impegni che con gli altri dirigenti abbiamo assunto ad inizio stagione. Il gruppo dirigente della Polisportiva è costituito da persone capaci che sanno perfettamente quale è il progetto da portare avanti, persone che si stimano e che insieme hanno attraversato tanti momenti di incomprensibile avversità ma che proprio da ciò hanno saputo tirare fuori l’orgoglio e la forza di andare sempre avanti e raggiungere risultati che io considero incredibili e che in tanti, ovviamente fuori Viggiano, ci invidiano perché ne capiscono la difficoltà e l’importanza. Da ciò appare palese che se il Presidente della Polisportiva si chiama Roberto Laneve o ha altro nome poco cambia, ognuno sa cosa deve fare e ciò che la Polisportiva si prefigge di raggiungere. Per me è stato molto difficile dare le dimissioni da Presidente lo spiegavo ai dirigenti, ai giocatori ed allo staff tecnico è stato come prendere una parte della mia vita ed accantonarla. Cio’ mi ha fatto molto male perché considero questo pezzo della mia vita veramente importante per le cose fatte ed i risultati raggiunti spesso nella indifferenza, nell’invidia e nella ipocrisia di tanti che amano più criticare l’operato degli altri che qualche volta mettersi alla prova ed essere giudicati. In ogni caso ribadisco che le mie dimissioni sono dovute a fatti puramente personali ed ha nessuno imputo che possa averle in qualche modo innescate anche perché difficilmente mi faccio condizionare da critiche o maldicenze esterne che spesso hanno il solo scopo di distruggere quello che altri faticosamente costruiscono. Consentitemi solo di evidenziare che il tempo contingente non è dei migliori per cercare di costruire qualcosa a Viggiano perché appare innegabile che ultimamente l’unica attività che eccita i cervelli è quella di criticare e smantellare sistematicamente il costruito poiché credo si pensi che dalla cenere e dal nulla è più facile realizzare delle cose a proprio uso e consumo.
Ne approfitto, me lo consentirete, di ringraziare tutti coloro che in tanti anni di Presidenza hanno collaborato con me, mi riferisco ai dirigenti, ai tecnici ed ai giocatori, con i quali nella stragrande maggioranza dei casi ho mantenuto degli ottimi rapporti di amicizia e stima poiché sono sempre convinto che il calcio e lo sport in genere devono essere veicoli ed esplicazione di valori più importanti come il rispetto, l’amicizia e la stima. Ancora oggi giocatori che hanno giocato nel Viggiano anni addietro mi chiamano per sentire come và il Viggiano e per ricordarmi di anedoti dei tempi passati. Mi sento di ringraziare le Amministrazioni Comunali che si sono succedute ma che sempre hanno dato il loro apporto decisivo alla vita ed alla crescita della Polisportiva e che mi auguro continuino a sostenere la nostra e le altre associazioni cittadine. Un ringraziamento và anche ai tifosi che a fasi alterne hanno seguito la squadra e che sempre ci hanno incoraggiato ad andare avanti. Certo in altri paesi magari si sente di più l’appartenenza ai colori ed al paese stesso mentre Viggiano appare più freddo e distaccato, forse perché il tarlo dell’egoismo e dell’invidia nella nostra città si è insinuato più in profondità erodendo le parti migliori che si chiamano amicizia, condivisione, rispetto reciproco, vita di comunità. In tutti spero si risvegli quel valore che dovrebbe far parte del nostro DNA e che và al di là dei colori, del credo politico e religioso, delle critiche e delle contestazioni, quel valore che dovrebbe soltanto unire e non dividere, che dovrebbe farci amare ogni cosa ed ogni angolo del nostro paese, che dovrebbe inorgoglirci ogni volta che il nome del paese viene nominato per fatti positivi e rabbuiarci per eventi negativi, quel valore che dovrebbe portarci a costruire e non distruggere, questo valore noi riteniamo sia l’appartenenza ad una comunità l’essere e sentirsi profondamente viggianesi.

1)Da San Martino D'Agri al Viviani di Potenza. Come cambia la vita!
Tra questi due campi di calcio ci sono 10 anni di storia della Polisportiva, un periodo lungo durante il quale si è programmata e realizzata una crescita continua e costante dell’associazione. Noi l’abbiamo sempre pensata e vissuta come una avventura da condividere con tutti quanti potessero avere a cuore lo sport a Viggiano. Certo come in tutte le avventure ci sono stati tanti momenti difficili come per esempio la costituzione di un’altra squadra di calcio che per alcuni anni ha fatto un percorso parallelo a quello della polisportiva con risultati anch’essi ottimi, ma alla fine si è avuto il buon senso (è questo è senz’altro un altro merito delle dirigenze) per il bene del paese di ricondurre tutto ad una unica società al fine di sommare le energie e tendere verso obiettivi comuni. Tanti anche i momenti di difficoltà legati al sempre maggiore impegno per cercare di stare dietro a tutte le iniziative, alle sempre maggiori esigenze economiche ed alla impossibilità di trovare persone disponibili a dare una mano. Non pochi i momenti di tristezza quando amici di avventura hanno ritenuto di non condividere piu’ il progetto iniziale defilandosi e lasciandoti piu’ soli di prima. Tanti i momenti di sconforto quanto a fronte di un impegno serio e costante che unanimemente veniva riconosciuto alla società dagli organi calcistici regionali e che faceva assurgere Viggiano come uno dei paesi calcisticamente emergenti della regione nel proprio paese ti si venivano rinfacciate solamente le cose non fatte o fatte male senza mai un segnale di riconoscimento del lavoro svolto e dell’impegno profuso. Ma in realtà a noi piace ricordare essenzialmente gli aspetti positivi ed i momenti esaltanti della nostra avventura come per esempio i bambini della scuola calcio che provano a dare i primi calci al pallone vestiti delle tute sempre di qualche taglia piu’ grande sperando che crescano piu’in fretta possibile, oppure i nostri giovani che in giro per i paesi della regione non prendono piu’ 10 reti ma si fanno onore giocandosela ovunque, i nostri atleti che vengono chiamati a far parte di rappresentative regionali, la nostra squadra di calcio principale che ha saputo ritagliarsi un posto d’onore e grande rispetto ed ammirazione nell’ambito del calcio regionale e, soprattutto, ha conquistato la leadership valledagrina. Poi cosa dire della vittoria ai play off di promozione con l’accesso in eccellenza, una gioia immensa e sensazioni incredibili.

2)Non succede,ma se succede la società è pronta per affrontare un campionato dispendioso dal punto di vista economico come la serie d?
Non so se succederà o meno ti posso solo dire che in società si lavora sempre per vincere e raggiungere il massimo dei risultati, vi assicuro che solo uno dello staff tecnico o dei giocatori pensasse di rilassarsi perchè il terzo o quarto o quinto posto lo appaga bene vi garantisco farebbe bene ad andare via perché il nostro credo è dare sempre  il massimo per raggiungere il massimo. Confesso che in più di una riunione abbiamo riflettuto in merito alle possibilità che la società possa o meno affrontare un campionato di serie d e riteniamo che è solo una questione di strutturazione ed organizzazione societaria che non può prescindere dal coinvolgimento di  molte altre persone rispetto all’attuale organico societario e dalla ricerca di sponsor importanti.
3)Veniamo agli allenatori.Ne ha cambiati sei in dieci anni anni in cui ci sono stati due esoneri.Francesco Miggiano e Massimo Borneo.In quale dei due casi le è dispiaciuto di più?
Intanto non parlerei di esoneri in nessuno dei due casi quando di rescissione di comune accordo del rapporto. Quando si chiude un rapporto c’è sempre dispiacere, con entrambi abbiamo avuto un ottimo rapporto ma spesso le circostante ti impongono scelte difficili e non volute ma necessarie e funzionali al progetto che stai perseguendo.
4)Cos'è che non funzionò con Massimo?
Borneo è un ottimo tecnico oltre che un amico nostro e della Polisportiva, credo che quando gli fù affidato la squadra del Viggiano era ancora giovane per gestire bene lo spogliatoio, nel contempo era per lui difficile contemperare il ruolo di allenatore e giocatore.  Poi credo che sia più adatto ad allenare squadre giovanili con le quali ha fatto benissimo e continua ad avere risultati lusinghieri basta guardare come stà facendo bene a Francavilla con la juniores.


5)Da Esposito invece vi sareste aspettati di più!
Andrea è una persona fantastica che noi tutti stimiamo molto, a lui dobbiamo molto perché lui ha fatto da traghettatore consentendo alla Polisportiva di  uscire dal guscio di squadra fatta in casa a squadra che cercava di affacciarsi alla ribalta regionale.
Di lui conserviamo un ottimo ricordo e personalmente continuo a mantenere un eccezionale rapporto di amicizia.
)Perchè il calcio a Viggiano non è seguito?
Né ho già parlato prima, un po’ perché il nostro è tendenzialmente un paese dai sentimenti freddi che difficilmente si riscalda e riesce ad esprimere l’appartenenza alla comunità come se in qualche modo ci si vergognasse di esprimere quello che sicuramente ha dentro. Poi in alcuni casi si carica il calcio di fattori esterni come per esempio la politica che invece ne dovrebbe stare ben lontana. Infine ribadisco che troppo spesso l’indivia, la ipocrisia, il chiacchiericcio fatto ad arte, la critica distruttiva scoraggiano la gente e la fa sentire lontana da quelle cose che essendo del paese dovrebbero sentire come loro e di loro proprietà.
7)Se fosse rimasto Villani avevate già in mente le operazioni di mercato da fare per questa stagione?
Come faccio a dirti quali operazioni di mercato avremmo fatto, di solito nell’allestimento della squadra abbiano agito di concerto con il tecnico poiché lui non ha potuto per motivi personali allenare il Viggiano non abbiamo proprio affrontato l’argomento. Consentimi di ringraziare Mister Villani per quello che ha fatto a Viggiano e per l’amicizia che ha contraddistinto il nostro rapporto.

8)E' rimasto subito affascinato da De Stefano?
Mister De Stefano è un ottimo allenatore, un grande lavoratore ed una persona squisita ma certo non lo scopro io, certamente vederlo lavorare è un piacere perché crede nelle cose che fà ed ha voglia di crescere e di costruire. Noi lo ringraziamo di aver scelto Viggiano ma sono certo che anche lui è contento di lavorare in un ambiente che gli consente di lavorare senza isterismi e pressioni. In realtà una pressione la ha ed è quella che a noi piace vincere.
A molti dico venite a vedere come lavora mister de Stefano e ne rimarrete affascinati ed hai giocatori soprattutto giovani continuo a ripetere non vi fate scappare niente di quello che vi dice perché vi servirà in futuro.
In una intervista Mister De Stefano ha avuto parole di elogio per la società e per me personalmente, bene in un mondo così frivolo qual è quello del pallone sentire certe cose fa bene al cuore ed è la misura che si è sempre agito correttamente nel rispetto dei ruoli.
9)Villani prima,De Stefano poi ma la parola d'ordine è sempre la stessa:salvezza. Poi però il campo ogni anno dice altro .Percaso avevate sottovalutato i giocatori o è una strategia per permetterli di lavorare senza pressione?
Nessuna sottovalutazione né strategia, ti guardi intorno e vedi squadre che all’inizio del campionato si attrezzano con giocatori di rango e che sventolano budghet ben più alti nei nostri, è ovvio che ti metti un po’ in difesa cerchi con i soldi a disposizione di prendere quello che il mercato ti consente. Poi magari capisci che puoi competere e contrastare i grandi nomi lavorando ed applicandoti di più e punti su quello, se i risultati arrivano hai pianificato e lavorato bene, il mister ed giocatori ci hanno creduto e ti hanno seguito. Ma questo lo puoi dire solo dopo non quando costruisci la squadra.

10) Un giocatore che le sarebbe piaciuto portare a Viggiano?
Nella stragrande maggioranza dei casi tutti i giocatori che abbiamo preso ci hanno soddisfatti, certo più di un giocatore mi sarebbe piaciuto portare ma bisogna sempre fare i conti con i budget e fare di esigenza virtù.

11)Di questo 2010 cosa salva e cosa butta giù calcisticamente parlando?
Salvo tutto ho solo un po’ di rammarico per qualche giocatore che è andato via perché non ha creduto in noi, anche se è legittimo capirne le motivazioni, e per qualche punto che abbiamo perso quest’anno per inesperienza della squadra che è giovanissima e che forse ci avrebbero consentito di essere lì a ridosso o davanti all’Oppido di cui però bisogna avere rispetto perché è una ottima squadra formata di un parco giocatori invidiabile.

12)Una parola per ognuno di loro
Cosimo Moscogiuro- Ora lui è il Presidente, a lui auguro un buon lavoro, è una persona che crede nelle cose che fa e soprattutto ha avuto coraggio quando qualcuno voleva dissuaderlo dall’entrare nella Polisportiva gli ha risposto faccio quello che il cuore mi dice senza guardare i colori delle maglie. Aveva ragione perché tutti dovrebbero capire che la squadra del tuo paese o le cose del tuo paese non hanno maglie di colore diverso ma solo i colori sociali e nel caso di Viggiano il bianco ed azzurro.

Franco Nigro – testardo ed irascibile ma uomo vero
Vincenzo Ierardi – Instancabile e preciso
Giovanni Marsicovetere – mi piace il suo attaccamento alla maglia e la sua serietà professionale, l’anno scorso ha sempre lavorato giocando poco mai una frase fuori posto mai un capriccio.Quest’anno sta dimostrando di essere un ottimo professionista se questo lavoro gli piace può andare avanti
Vincenzo D'Alessandri
– E’ il tutto fare che ti trovi sempre vicino quando ne hai bisogno letteralmente innamorato della squadra lui non si vergogna di essere viggianese
Domenico Bonaduce- Il cassiere, quello che spesso deve dire no per questo super prezioso

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