Relativamente
alla partita Picerno – Viggiano del 28 ottobre 2012 la scrivente società e
tutto il suo direttivo vogliono esprimere il più vivo rammarico e disappunto in
merito al comportamento della terna arbitrale che da un lato ha palesemente e
pesantemente alterato l’andamento della gara e dall’altro si è lasciata andare
a considerazioni che poco hanno a vedere con lo sport e per il motivo per cui
erano stati inviati in quel di Picerno. Non si intende minimamente mettere in
discussione il risultato della gara che è e resta quello maturato sul campo ma
assistere ad una tale sequela di errori appare francamente fuori dal normale. In
merito alla prestazione tecnica della terna arbitrale è lungi fare cattivi
pensieri ma certamente le convinzioni vengono messe fortemente in dubbio quando
si assiste alla negazione di due rigori (di cui uno segnalato dal guardalinee e
non dato dall'arbitro), ad una espulsione francamente affrettata del capitano
del Viggiano per un fallo a centrocampo onesto senza cattiveria, mentre poco
prima non si è vista una gomitata di un giocatore del Picerno ai danni dello
stesso De Pascale, o alla continua chiamata di fuorigioco inesistenti. A coronare una prestazione francamente
insufficiente l’arbitro veniva meno ad uno dei più semplici dettami delle
regole del gioco del calcio, con il pallone in gioco nelle mani del portiere
del Viggiano ha fermato il gioco per consentire una sostituzione al Picerno.
Ma
la cosa che più ha lasciato perplessi i dirigenti ed i giocatori del Viggiano
sono alcune considerazioni che l’arbitro ed uno degli assistenti si sono
permessi di esternare durante la gara ed a fine di essa. Sentire dire “cosa
vengono a fare questi napoletani a svernare in Basilicata invece di giocare nei
loro paesi”, oppure “tu non ti avvicinare che sei di Battipaglia tornatene al
tuo paese io lì ho lavorato un anno ed ho avuto sempre problemi” appare sinceramente fuori dal normale e
sicuramente al di fuori dei compiti di una terna arbitrale. Ancora una volta non
si vogliono fare cattivi pensieri ma ci si chiede: non è che questi sentimenti
esternati abbiamo potuto in qualche modo condizionare il lavoro della terna? Pur
conoscendo i regolamenti, a questo punto però si ritiene che la conoscenza sia
limitata, non si era a conoscenza che per giocare nel campionato di Eccellenza
Lucana fosse necessario presentare il certificato di nascita e di residenza per
verificare se le origini fossero gradite alla terna arbitrale.
Di
fronte a questa sorta di razzismo provincialotto e fuori luogo si ritiene di
alzare la voce per difendere l’onorabilità della Società Polisportiva Viggiano
e di tutti i suoi tecnici e giocatori tesserati. Non si può e si deve
permettere a nessun addetto ai lavori di fare considerazioni sulla provenienza
di un tecnico e di un giocatore soprattutto per uno sport che ha consentito
negli anni di annullare tutti i confini del mondo facendo mettere da parte odi
razziali, odi religiosi, guerre e contrasti ideologici in genere.
La
società e i dirigenti tutti, si è sicuri di interpretare anche il pensiero di
tutta la cittadinanza viggianese che ha accolto benissimo questi ragazzi, siamo
vicini ai nostri tecnici ed ai nostri atleti e fino alla fine ne difenderemo la
onorabilità. Poiché
queste cose di cui oggi si riferisce sono già accadute in altre occasioni non
si può far finta che niente sia successo pertanto da un lato si andrà a
valutare se esistono gli estremi all’interno della giustizia sportiva per difendere
la onorabilità degli atleti ,e dall’altro si sta valutando la estrema decisione
di ritirare la squadra dal campionato di Eccellenza Lucana.
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