A piccoli passi il Viggiano si avvicina alla trasferta di
Picerno,squadra temibile quando gioca tra le mura amiche dove solo il
Metapontino ha avuto la meglio vincendo a fatica alla prima giornata,poi vittime della squadra allenata da Catalano
sono state Tursi e Moliterno .Meno entusiasmante il ruolino di marcia in
trasferta dove il Picerno su quattro partite ha rimediato altrettante
sconfitte,l’ultima a Marconia per 3-1.Il Viggiano è reduce invece dallo 0-0 casalingo
contro il Metapontino,con poche luci e molte ombre ma la squadra di Taglianetti
è lontano dal Coviello che offre il meglio di sé.Cosi,si spera che a Picerno
arrivi il terzo successo di fila dopo quelli di Atella e Pignola inframmezzati
dalla vittoria interna contro i Rossoblu Potenza che avevano rilanciato in
classifica l’undici valdagrino dopo un
avvio a singhiozzo.Del Viggiano abbiamo parlato ieri sera con il capitano
Maurizio De Pascale,con il quale inauguriamo oggi la stagione delle interviste
sul blog della Polisportiva .Un professionista scivolato nei dilettanti del
calcio lucano per scommessa come ci dirà e che grazie a questa nuova avventura
sta vivendo una seconda giovinezza.Conosciamolo più da vicino questo capitano
galantuomo,come lo avevano ribattezzato i tifosi del Siracusa,città che più di
ogni altra lo ha amato e con la quale il
legame affettivo è rimasto piuttosto
forte.Nato ad Eboli il 2 aprile del 1978,Maurizio De Pascale inizia la carriera
con il Nardò che lo “”svezza”calcisticamente parlando,poi Campobasso,Gubbio,Ivrea,Samdenedettese,Siracusa,Nocerina
e Ebolitana.Otto presenze in serie C1,232
in serie C2,105 in interregionale e 7 finora in eccellenza con il Viggiano
grazie al quale ha ritrovato la serenità persa e la voglia di continuare a
giocare a calcio.Poi sono arrivati Mattia e Gaia,i regali più belli che Simona potesse fargli,la spinta propulsiva per andare avanti e all'improvviso tutto è tornato a risplendere!
1)De Pascale e il Viggiano.Tutto è cominciato come e quando?
Il primo contatto e' avvenuto quasi per caso,per
gioco aggiungerei.Mi incontrai con l'amico Ramon Taglianetti,con cui ho un legame di
amicizia di tanti anni che va al di là del calcio,per complimentarmi con lui
dopo che aveva vinto l'ennesimo
campionato da allenatore e parlando mi accenno' della sua prossima avventura a Viggiano.Mi
illustrò il progetto ,mi parlò della
serietà della società e mi disse anche che il direttore sportivo si chiamava
Sergio Caputo,altra persona con cui ho un amicizia forte da tanti anni.Decidemmo
di incontrarci per una chiacchierata e fu così che più parlavano di Viggiano ed
io più mi rendevo conto che per me poteva essere l'ennesima sfida da
vincere.Poi mi incontrai con il presidente La Neve e in pochi minuti trovammo
l'accordo su tutto.Venivo da un anno difficilissimo e cercavo una società seria
in un posto tranquillo dove ritrovare la serenità persa.Ad oggi posso dire di
aver fatto la scelta giusta...
.
2)Il Viggiano cos'è stato per De Pascale,una nuova scommessa a 34 anni?
Dici bene,una nuova scommessa.Ho accettato
il progetto Viggiano calandomi in una realtà nuova per me,in una categoria che
non conoscevo,dimostrare a me stesso che sarei riuscito a starci dentro. La
scommessa più grande che rimane è quella di vincere qui a Viggiano e io di solito le scommesse le vinco.Staremo a
vedere!
3)Da capitano a capitano,Ernesto Laneve ti
chiede: quanto è stato difficile calarsi in una
realtà molto diversa rispetto a quelle che avevi vissuto in carriera?
Innanzitutto saluto Ernesto dal quale
ho ereditato la fascia di capitano e mi dispiace che non sia stato possibile
giocare insieme.Dunque,io cercavo un posto tranquillo per ritrovare la mia serenità e tornare a pensare
al calcio giocato e non agli aspetti al di fuori del calcio per risolvere i problemi che esistevano lo scorso
anno.Posso pertanto affermare che non è
stato per niente difficile accettare la
proposta e ovviamente non ho fatto
fatica a calarmi in questa realtà.La speranza è quella di riuscire a
raggiungere tutti insieme l'obiettivo prefissato inizialmente perché la società
ha fatto enormi sacrifici per allestire questa squadra ed è' giusto che venga ricompensata con la vittoria del campionato.
4)Ovviamente però,non c’è stato solo il
Viggiano a cercarti.Un giocatore come te ha molto mercato.
Alla fine della scorsa annata come ogni
anno sono cominciate ad arrivare le prime
telefonate di società interessate a me .Di
offerte ne ho ricevute tante per fortuna,soprattutto di categoria superiore ma
mettevo tutto in stand-by perché dentro di me cercavo una soluzione vicino casa
innanzitutto e possibilmente in una realtà dove ritrovare la serenità e le
motivazioni
5)Una delle virtù di De Pascale è l’umiltà.Del
resto basta vedere dove hai giocato perchè questa salti subito fuori.
L'umilta credo sia una delle virtù più
importanti di ognuno di noi,non solo nel calcio ma soprattutto nella vita.Io ho
sempre giocato portando avanti questa dote ,poi puoi fare bene o male sta alle
persone deciderlo.L’importante e' essere
consapevoli di aver dato tutto giorno per giorno,allenamento per allenamento,partita
dopo partita e da questo punto di vista credo di aver lasciato sempre un buon ricordo
ovunque ho giocato.
6)Dopo due mesi,ci puoi dire se il calcio lucano è meglio o peggio di come
pensavi?
Il calcio e' uguale ovunque,in ogni
regione o categoria.Ci si trova sempre una squadra di 11 giocatori contro 11 in
un rettangolo verde.Qui in Basilicata ho notato meno tecnica e più agonismo,è
che semmai da noi in Campania si trovano realtà dove si va a giocare in campi
difficili soprattutto sotto l'aspetto delle tifoserie.
7)Dopo la partita con il Tolve cos’hai pensato?Che non era facile come pensavi?
Ad essere sincero non mi aspettavo un
campionato così difficile,non per sminuirlo assolutamente,molta cattiveria
agonistica,molta voglia di arrivare prima sulla palla,meno tecnica sicuramente
ma compensata con tantissima fame calcistica.Noi ci sentivamo fortissimi in
quella partita,mentre nel calcio come spesso accade non vince sempre la squadra
più forte sulla carta.Ci è servita da lezione quella sconfitta,brucia e brucerà
ancora per molto sicuramente ma ci ha
fatto capire realmente quanto difficile fosse questo campionato.
8)Ritieni che in qualche modo sia stato
proprio il Viggiano a lanciare in orbita il Tolve?
Stanno dimostrando il loro valore,non è
facile vincere sette partite su sette ma il campionato e' lungo e i conti si
faranno alla fine.Il nostro avvio non è stato dei migliori,anzi direi pessimo
ma ci siamo guardati in faccia e abbiamo dimostrato poi in altre gare di che
pasta siamo fatti.Siamo imbattuti dalla seconda giornata,con qualche pareggio
di troppo ma non ho mai visto una squadra vincere un campionato vincendo tutte
le partite.Certo,noi non possiamo fare passi falsi più,dobbiamo rincorrere e
sperare che chi è davanti perda punti.Chi sta davanti sta sempre meglio di chi sta dietro.
9)Nove punti dalla
prima in classifica dopo sette giornate sono tanti o troppi per una squadra come la vostra?
Nove punti possono sembrare tanti così
come possono essere recuperati in breve tempo.Noi sappiamo di non poter sbagliare più
e perdere punti preziosi,sperando invece che chi ci precede ne perda qualcuno
per strada.Quello che mi sento di dire e' che noi metteremo il massimo impegno
in ogni partita per non sbagliare ma è ancora presto e i conti si fanno alla
fine.Abbiamo tre possibilità per poter accedere ad un posto in serie D:se
dovesse sfuggirci il campionato ci giocheremo la coppa Italia fino alla fine,e se nemmeno questa basterà ci sarà la porta dei
play off.
10)Faticate molto di più in casa che in
trasferta,quanto incide il campo in terra battuta sul vostro rendimento?
Il fattore campo non è assolutamente da
sottovalutare per una squadra forte
tecnicamente come la nostra.E’ una grande pecca giocarci su,ma come credo sia
difficile per noi lo è anche per gli
avversari,ma ci si abitua e non deve diventare un alibi.E’ anche vero però che quando troviamo campi con il suolo diverso
dalla terra ci esprimiamo meglio sicuramente.
11)Una curiosità:da quanti anni non
giocavi più su un campo in terra battuta?
Devo
essere sincero,dai tempi della scuola
calcio,ma quando hai dentro la voglia di correre dietro un pallone,di vincere e
continuare ad amare questo sport giocheresti anche sull' asfalto. Alla
fine stiamo parlando del mestiere più
bello al mondo
12)Il pareggio contro il Metapontino ci
poteva stare,magari ci si aspettava di più sul piano del gioco.
La partita con il Metapontino e' stata
preparata come sempre bene nei minimi dettagli.Volevamo raccogliere i tre punti
per rimetterci in carreggiata e dare un segnale della nostra presenza ma quando
si incontrano due squadre forti come è successo domenica, e' normale che a fare la differenza
siano gli episodi.Hanno avuto le loro occasioni come il Viggiano ha avuto le
sue ma alla fine credo sia venuto fuori il risultato più giusto.Unico rammarico
e' l'aver regalato un tempo
all'avversario.
13)Giuseppe di Moliterno ti chiede:non
credi che gli under abbiano poca personalità in campo?
Qualche campionato nei dilettanti ho avuto la
fortuna e il piacere di vincerlo e per farlo servono assolutamente gli under
bravi ,anzi sono loro a dartene la possibilità.I nostri under non peccano di
personalità,sono bravi ragazzi prima di tutto e poi sono validi giocatori.La
personalità si acquista con gli anni e
adesso c’è bisogno che giochino perché maturino.Purtroppo la partenza
non bellissima ha penalizzato anche loro e per dei ragazzi di 16-17 anni è un
carico di responsabilità enorme
14)La
difesa che era stata inizialmente il tallone d'achille,adesso è
diventato come ci si aspettava il punto di forza di questa squadra.
Non prendiamo
goal da quattro partite e per noi difensori dopo essere stati messi sotto
accusa giustamente questo dato è importante.Ovviamente il merito e' di tutti,perché
stiamo parlando di fase difensiva e la
facciamo tutti insieme non solo noi difensori.
15)Molti
giocatori sognano di giocare insieme a te.Ce la farai ad accontentarli tutti?
Sapere che ci sono tantissimi giocatori,direi molti amici che vorrebbero
condividere un’ annata con me mi riempie di orgoglio.Vuol dire che sono stato
bravo a farmi apprezzare anche come uomo e non solo come calciatore.Ho sudato
sempre per la maglia che in quel momento indossavo e ho avuto il piacere e
l'onore di indossare per diversi anni la fascia di capitano al braccio,segno di
grande responsabilità per me.Accontentarli tutti?Non è facile però credo di
continuare ancora per qualche anno perché fisicamente mi sento bene ma molto dipenderà soprattutto dalle motivazioni che in questo
preciso momento sono molte.
16)Qualche
volta però ti sarai chiesto cosa farai dopo aver appeso le scarpette al chiodo.Provo ad indovinare: allenare l’Ebolitana?
Tra i miei sogni nel cassetto c'era quello di riuscire a ritagliarmi una carriera modesta,ma
farlo con le mie forze,senza aiuti o cosiddetti sponsor che tanto sento
nominare ultimamente.Avrei potuto fare sicuramente di meglio ma sono fiero di ciò
che ne è stato della mia carriera.Allenare potrebbe rientrare nei miei sogni,ma
farlo con i bambini.Insegnare loro tutto ciò che di bello ti regala questo
mestiere,con la speranza che torni ad essere come prima.
17) A
proposito di bambini:Mattia e Gaia,il frutto dell’amore tra te e Simona.So che
a loro devi molto e vuoi ringraziarli pubblicamente.
Se ancora oggi mi sento bene e continuo ancora a giocare a
calcio dopo aver vissuto in prima persona come il calcio sia cambiato,aver
visto le cose squallide che molti personaggi riescono a fare in questo mondo
senza guardare in faccia a nessuno,beh lo devo solo a mia moglie Simona e ai miei figli Mattia e Gaia.Sono loro ad avermi dato la forza necessaria per continuare,ed è giusto ringraziarli perché altrimenti,credimi,avrei smesso davvero.
18)Raccontaci di quella volta quando con l’Ivrea hai giocato
contro la tua Juventus.
Quell'amichevole rimarrà per sempre nei miei ricordi più belli.Lo stadio era
pieno e di fronte la squadra per cui tifo,i miei idoli.E’ stata un’ emozione
bellissima e indescrivibile nello stesso tempo.
Nicola Signoretti
Nicola Signoretti
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