Il “principe del foro” Mauro Cavalli è il “Mister X” interessato
a rilevare il Viggiano calcio, impelagato nel fondo della classifica e in beghe
societarie che ne rischierebbero l’esclusione e la conseguente eliminazione dal panorama
calcistico. Ecco allora che l’avvocato
Cavalli, nato a Milano e diviso per lavoro tra Bologna e la Romania, vorrebbe
portare in Basilicata il suo progetto di “Sportmanagement” nel comune lucano. Raggiunto dalla nostra
redazione, Cavalli ha fatto il punto della vicenda: “Confermo l’intenzione di voler rilevare la società sportiva del Viggiano calcio, pur essendo a
conoscenza delle diverse problematiche in seno alla squadra e scaturite dalla
precedente gestione. Tengo a sottolineare che non conosco la precedente proprietà, non abbiamo legami e non abbiamo alcuna
intenzione di stringerne in futuro. Ho parlato con l’allenatore e i calciatori, anche perché c’è l’assoluta necessità di scendere in campo domenica e a tal proposito
sono disposto ad incontrare il sindaco già nel week-end. L’obiettivo - continua l’avvocato meneghino- è quello di valutare la società per portare avanti il nostro progetto, basato
sulla valorizzazione delle risorse calcistiche locali e sull’inserimento di calciatori, grazie anche ai
rapporti instaurati con Chievo, Sampdoria , Roma atc… , che possano essere utili alla causa, con l’intento di portare Viggiano almeno tra i
semi-professionisti, se non addirittura in Lega Pro”. Stimolato sul perché il suo interesse sia piombato proprio sulla
patria dell’estrazione degli idrocarburi, Cavalli risponde
così: “Non
ne ero al corrente, ne sono venuto a conoscenza
tramite una mia ricerca personale. Certo potrà essere sicuramente un motivo aggiuntivo, ma è totalmente estraneo dalle prime intenzioni. Poi
se ci sono eventuali risorse da poter sfruttare attraverso le grandi compagnie
instaurate sul territorio, è inutile
nasconderlo, ben venga, saranno sicuramente utili alla causa. Ma l’iniziale volontà è quella di valutare le intenzioni del comune, da
li potremmo poi investire nella società e nel nostro progetto che sicuramente porterà ad un ritorno economico, mentre altri hanno
pensato più ad un ritorno immediato gestendo in seguito male
le risorse. Partirò dagli
“asset” della squadra, ovvero il reale patrimonio di una
società cioè i calciatori, per poi valorizzare l’aspetto socioeconomico. Qualora le cose
dovessero andare in porto, un membro del mio staff ricoprirebbe la carica di
presidente, mentre io fungerei da consigliere tecnico e da garante di onestà, trasparenza e legalità”.
Manuel Scalese (La Nuova del Sud)
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